Recensione "Il Delegato Poznan è stanco"
di Manuela Dicati (Il Forziere dei Libri)

Buon lunedì. Iniziamo la settimana con il mio commento a questo romanzo di Stefano Valente. Un titolo un po' enigmatico ma molto significativo per questo thriller sui generis. Vediamo per bene di che si tratta.

SCHEDA LIBRO:

Titolo: "Il Delegato Poznan è Stanco"
Autore: Stefano Valente
Genere: Giallo, thriller
Editore: Libromania
Pag: 71 (formato kindle)
Formato: e-book

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Il blog del romanzo: http://delegatopoznan.blogspot.com/

La pagina dell’autore: http://www.stefanovalente.com

LA TRAMA:


Nei territori della vecchia Europa, nell’era successiva al IV Conflitto, il delegato per la Salvaguardia Pubblica Poznan è alla prese con il caso più delicato della sua carriera. Una cellula terroristica ha rapito il giovane amante del Ministro della Propaganda e i vertici del nuovo ordine annaspano nel panico più totale. Rimettere insieme i pezzi di un mosaico di cui si conosce solo un frammento è un’impresa ardua anche per uno degli investigatori più esperti dell’apparato. Così, mentre Poznan fatica a sciogliere tutti i nodi dell’intricata vicenda, la realtà intorno a lui, lentamente, perde nitidezza. Ombre si addensano sui volti dei più insospettabili esponenti del regime, solo maschere di cui lo stesso Poznan comincia a dubitare. Chi è la vera vittima in tutto questo caos? Cosa si nasconde dietro al rapimento dell’amante del Ministro? Ma soprattutto, perché è stato scelto proprio lui? Perché proprio Poznan?

Recensione:

Poznan sa qual è il suo posto e qual è la sua missione. Non ha dubbi, lui è il delegato per la Salvaguardia Pubblica, al servizio del Ministro della Propaganda che ora lo vuole per risolvere un caso delicatissimo perché molto personale. Poznan non ha dubbi che sarà in grado di risolvere il caso perché lui è un segugio. Eppure piano piano le sue certezze iniziano a sgretolarsi. Piano piano, la fiducia nei suoi capi e in tutto il sistema inizia a vacillare. In un mondo dove il Presidente è solo un fantoccio, dove a capo di tutto c’è proprio il Ministro e la Propaganda, dove è vietato leggere e sognare e si può solo obbedire, alla fine Poznan si ritroverà proprio come dice il titolo: stanco o per meglio dire, esausto.

Il romanzo è scritto per lo più dal punto di vista del protagonista, Poznan, anche se vi sono cambi di POV qua e là, giusto per far comprendere al meglio la vita in questa società che non è come la nostra. La storia è infatti ambientata in un’ epoca successiva a un IV conflitto. A capo di tutto vi è la Propaganda e il suo ministro, burocrazia è un virus che blocca anche le situazioni più elementari, la lingua comune è imposta così come qualsiasi altra cosa. Una dittatura travestita da Democrazia. I miserabili e i reietti non possono che nascondersi lontano dalla città in un fantomatico Livello Zero, in un ghetto e non si tratta di poche persone ma di ben due milioni. Tra loro vi sono anche i ribelli, i dissidenti: l’Emmeagì. Ma che cosa c’entra tutto questo con Poznan e con il rapimento dell’amante del Ministro? Beh, non posso certo svelarvelo io.

Posso però svelarvi che questo romanzo è davvero particolare. Molto breve in realtà eppure l’autore è riuscito a costruire una bella storia, molto originale, piena di suspense e tensione.

Lo stile è molto diretto. Le frasi sono brevi e sicuramente non ci sono parole di troppo visto che molti elementi sono lasciati sottintesi. Eppure non c’è niente che non si capisca perché l’autore è stato molto bravo a guidare il lettore in questa particolare “mondo” attraverso l’essenziale.
E l’essenziale non è il nuovo ordine,la trama, il rapimento o altro. No, l’essenziale è proprio lo stato d’animo di Poznan, il crollo delle sue illusioni. E’ come se tutta la storia venga costruita proprio per arrivare a capire la stanchezza mentale e soprattutto morale del delegato.
La stessa risoluzione del rapimento finirà in secondo piano, finalizzato solo ad essere la famosa goccia che fa traboccare il vaso.
Poznan diviene lo specchio di un qualsiasi cittadino che ha creduto di agire per il benessere comune, per il raggiungimento di uno scopo più grande e invece si ritrova ad aver fatto solo gli interessi personali di qualche subdolo individuo che aspirava al potere. Eppure non c’è nulla che il nostro “eroe” possa fare. Può solo scappare.

Anche tutti gli altri personaggi in campo sono in funzione di Poznan. Federico e Curtius Lerbeck, Solomon, Tatiana, il sottosegretario, il Ministro stesso, il Presidente Ogarkov, che compare solo in un sogno e Kreblitz l’Eliminatore, che appare solo in Appendice… ognuno di loro farà al massimo due comparse in tutto il romanzo (alcuni nemmeno una per la verità perché se ne sente solo parlare), eppure se ne intuisce subito, attraverso una frase o un’azione, il carattere e lo stato d’animo. In questo Stefano Valente è stato bravissimo.

In conclusione, il romanzo è sicuramente molto ma molto particolare ma mi è piaciuto. E’ una storia che porta a soffermarsi e riflettere. Forse non a tutti piacerà, eppure l’autore rivela un gran talento.
Non aspettatevi una storia come le altre, né una trama lineare. Forse non arriverete a capire tutto, ma solo perché quel tutto non è importante.
L’importante è il messaggio. La coscienza non può essere messa a tacere perché prima o poi tornerà a farsi sentire, non esiste un bene superiore che venga costruito a scapito della vita dei singoli individui e chi vuol far credere questo è solo perché in realtà sta inseguendo il suo profitto personale.

 

[da

27 ottobre 2014]

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