Recensione
"Il Delegato Poznan è stanco" Buon lunedì. Iniziamo la settimana con il mio commento a questo romanzo di Stefano Valente. Un titolo un po' enigmatico ma molto significativo per questo thriller sui generis. Vediamo per bene di che si tratta. SCHEDA LIBRO: Titolo:
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LA TRAMA:
Recensione: Poznan sa qual è il suo posto e qual è la sua missione. Non ha dubbi, lui è il delegato per la Salvaguardia Pubblica, al servizio del Ministro della Propaganda che ora lo vuole per risolvere un caso delicatissimo perché molto personale. Poznan non ha dubbi che sarà in grado di risolvere il caso perché lui è un segugio. Eppure piano piano le sue certezze iniziano a sgretolarsi. Piano piano, la fiducia nei suoi capi e in tutto il sistema inizia a vacillare. In un mondo dove il Presidente è solo un fantoccio, dove a capo di tutto c’è proprio il Ministro e la Propaganda, dove è vietato leggere e sognare e si può solo obbedire, alla fine Poznan si ritroverà proprio come dice il titolo: stanco o per meglio dire, esausto. Il romanzo è scritto per lo più dal punto di vista del protagonista, Poznan, anche se vi sono cambi di POV qua e là, giusto per far comprendere al meglio la vita in questa società che non è come la nostra. La storia è infatti ambientata in un’ epoca successiva a un IV conflitto. A capo di tutto vi è la Propaganda e il suo ministro, burocrazia è un virus che blocca anche le situazioni più elementari, la lingua comune è imposta così come qualsiasi altra cosa. Una dittatura travestita da Democrazia. I miserabili e i reietti non possono che nascondersi lontano dalla città in un fantomatico Livello Zero, in un ghetto e non si tratta di poche persone ma di ben due milioni. Tra loro vi sono anche i ribelli, i dissidenti: l’Emmeagì. Ma che cosa c’entra tutto questo con Poznan e con il rapimento dell’amante del Ministro? Beh, non posso certo svelarvelo io. Posso però svelarvi che questo romanzo è davvero particolare. Molto breve in realtà eppure l’autore è riuscito a costruire una bella storia, molto originale, piena di suspense e tensione. Lo
stile è molto diretto. Le frasi sono brevi e sicuramente
non ci sono parole di troppo visto che molti elementi sono lasciati
sottintesi. Eppure non c’è niente che non si capisca perché
l’autore è stato molto bravo a guidare il lettore in questa
particolare “mondo” attraverso l’essenziale. Anche tutti gli altri personaggi in campo sono in funzione di Poznan. Federico e Curtius Lerbeck, Solomon, Tatiana, il sottosegretario, il Ministro stesso, il Presidente Ogarkov, che compare solo in un sogno e Kreblitz l’Eliminatore, che appare solo in Appendice… ognuno di loro farà al massimo due comparse in tutto il romanzo (alcuni nemmeno una per la verità perché se ne sente solo parlare), eppure se ne intuisce subito, attraverso una frase o un’azione, il carattere e lo stato d’animo. In questo Stefano Valente è stato bravissimo. In
conclusione, il romanzo è sicuramente molto ma molto particolare
ma mi è piaciuto. E’ una storia che porta a soffermarsi
e riflettere. Forse non a tutti piacerà, eppure l’autore
rivela un gran talento.
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