di Luigia Berti, « Il Tempo »
(...) È Stefano Valente, laureato in glottologia e con alle spalle numerose esperienze “creative”: giornalista free-lance, sceneggiatore e disegnatore di fumetti, traduttore per alcune case editrici. È stato recentemente selezionato al Premio Letterario Nazionale « Mondolibro » da una giuria di esperti (M. Grazia Greco, Pierpaolo Serarcangeli, Paolo Bellagamba, Salvatore Spoto, Costanza Tantillo, Maurizio Zampetti) e premiato per la sezione « Racconti inediti » con il suo Girotondo di Giuda e della conchiglia, che sarà pubblicato in un volume antologico edito dalla Serarcangeli, in libreria dal prossimo ottobre. Un importante riconoscimento, che si aggiunge al premio della passata edizione con il racconto Una nazione benedetta. Nel curriculum letterario di Stefano anche l’affascinante Lo Specchio di Orfeo, una narrazione tra mito, leggenda, storia antica e contemporanea, originale e innovativo nello stile, a metà tra il resoconto di cronaca, l’epistolare, il romanzo. E altre decine di racconti pubblicati. « Mi affascina — spiega lo scrittore — quell’attitudine, quel tratto comunque decisivo, in cui l’essere umano agisce, o si estrania, e nega se stesso scoprendo il suo contrario ». Questo è ciò che insegue e descrive, tentando sempre nuove strutture narrative, estremamente attento all’architettura del testo (come nell’ultimo romanzo, che rielabora il genere “giallo”) e all’innovazione linguistica. Ma senza nulla sacrificare ai contenuti. In particolare la critica a tutto ciò che emargina le diversità, sessuali, di razza, totalitarie: l’essere umano escluso dal sistema è spesso protagonista degli elaborati. Infine, leitmotiv, la rara e raffinata capacità di giocare con la storia: « perché la storia — si chiede il protagonista de Lo Specchio di Orfeo — è sempre un racconto di altri. Se cambia il racconto cambia anche la realtà? I libri fanno la storia, ma chi fa i libri? ».
| [da « Il Tempo », Cronaca di Latina, 10 marzo 2000] |  |